Vigneti a conduzione biologica e vinificazione in anfore di terracotta per fondere le antiche tradizioni enologiche con le moderne tecniche di vinificazione. 

Fondata nel 1991dalla famiglia Varchetta dell’azienda Agriflegrea. impegnandosi in un progetto di tutela e valorizzazione dell’ampelografia campana ed offrendo un’enologia di forti tradizioni, arricchita dalle moderne tecniche di coltivazione e vinificazione. Infatti, pone quale sua mission la valorizzazione dei vitigni autoctoni attraverso la salvaguardia della biodiversità e la difesa delle tradizioni vitivinicole del territorio. L’attenzione è concentrata principalmente sui vitigni autoctoni pre fillosserici (a piede franco): Falanghina e Piedirosso dei Campi Flegrei.

Azienda di quattro generazioni. Attenti alla sostenibilità e alla salvaguardia dell’ambiente, portano avanti il progetto della meravigliosa vigna urbana “Vigna Resilienza”. l progetto Vigna Resilienza è nato come una sfida per valorizzare un’area dismessa e inutilizzata, a ridosso della Urban Winery, ex fondo romano, attraverso la promozione di nuove forme di integrazione per i ragazzi del territorio. Con l’intenzione di creare una vigna in città proprio in quest’area, sono state coinvolte le scuole e le associazioni locali, redigendo un programma di formazione per i ragazzi che oltre a partecipare all’aspetto agronomico, saranno coinvolti anche nella realizzazione del vino che andrà in commercio dal biennio 2026 – 2027. L’intero processo produttivo, dalla conduzione della vigna alla raccolta delle uve, è fatto esclusivamente a mano, per garantire un migliore controllo e selezione in fase di lavorazione e salvaguardare tutte le caratteristiche organolettiche in fase di vinificazione. Tutti i prodotti sono un incontro tra conoscenza e sensibilità, tra tecnica e ricerca e sono il frutto di un percorso fatto di lavoro e passione che valorizza i vitigni autoctoni campani.

La storia di cantine Delite è tanto giovane quanto antica. Dietro i prodotti della cantina si cela una sapienza contadina che affonda le sue radici nei primi del ‘900. La tradizione e la sapienza contadina trovano il giusto equilibrio con le moderne tecniche enologiche per ottenere un prodotto unico dalla forte personalità. 

Tradizionale vinificazione dell'Asprinio nelle grotte, scavate a 15 metri di profondità sotto le dimore padronali, uniche per i loro ambienti particolarmente adatti alla conservazione, in grado di assicurare la giusta umidità, assenza di luce e temperatura costante nell' arco dell'anno. 

La Cantina Riccio sorge in uno dei paesi più caratteristici del suolo irpino, Chiusano di San Domenico. La presenza di forti pendii si rende perfettamente adatta alla coltura della vite e l’abbondante offerta di corsi d’acqua, accompagnata da un gioco di venti particolarmente favorevoli, conferiscono ai vini prodotti nella zona, caratteristiche qualitative eccellenti. In questo contesto è stato possibile coniugare l’uso delle più avanzate tecniche di coltivazione e produzione viticole con il lavoro sapiente di mani esperte e di uomini appassionati.

Azienda nata negli anni ‘80 dai nonni di Angelo Silano, ma è con lui che arriva la svolta. Crea una produzione artigianale lontana dalla serialità, con bottiglie numerate e una grande attenzione per la biodiversità e la sostenibilità. Tutela la biodiversità circondando il vigneto con alberi da frutto, ulivi, castagni, querce e tanto bosco. Crea rifugi per proteggere tutti gli insetti, in particolare le api, lascia crescere le erbe spontanee e semina lungo i filari prati milliferi per creare loro un habitat naturale. Il credo è quello di essere il più possibile in sintonia con la natura e i suoi tempi, coltivando nel rispetto dell’ambiente e mantenendo le tradizioni contadine di nonno Angelo. Hanno scelto di abolire la classica concimazione organica e praticano il sovescio – ovvero la pratica di interrare apposite colture per fertilizzare il terreno – e la trinciatura. Vengono utilizzati lieviti indigeni, piuttosto che quelli selezionati, e ove è possibile, vengono preferite, al posto di quelle di rovere francese, botti in castagno realizzate con legno proveniente dai boschi locali. Dal 2014 è azienda biologica e vegana. I vini sono prodotti in tiratura limitata, infatti su ogni etichetta è riportato il numero di etichette prodotte.

Zona molto famosa per la viticoltura in quanto totalmente esposta al sole e riparata dai venti freddi provenienti dal nord. 

Viticoltura di montagna, viticoltura eroica perché tutte le operazioni agronomiche vengono eseguite manualmente, senza l’ausilio di mezzi meccanici in quanto il territorio impervio terrazzato non lo permette. Quindi un territorio difficile che predilige quantità limitate, ma di elevata qualità.

L’anno di costituzione della cantina risale al 1908. La sede, rimasta sempre la stessa da allora, è un vero e proprio museo che riassume la storia della 

viticoltura della zona con foto, attrezzi e cimeli ormai inutilizzabili ma straordinari nel documentare il processo di evoluzione tecnica sviluppatosi nel tempo.

Virna è il nome della prima donna laureata in enologia in Italia nel 1991. l’azienda rispetta il disciplinare “The Green Experience” per praticare una viticoltura green, ripensata e sostenibile. Sono dieci le regole alla base del disciplinare, ad esempio: la diffusione di insetti pronubi ed essenze floreali funzionali alla coltura; eliminazione del diserbante chimico nei vigneti; tutela della biodiversità e dell’ambiente naturale; collocazione di nidi per uccelli funzionali alla coltura. Viticoltura a basso impatto ambientale grazie all’uso di energia elettrica prodotta dai pannelli fotovoltaici e la gestione e canalizzazione delle acque piovane per impiegarla nei trattamenti. Compensazione emissione CO2 con il mantenimento di terreni boschivi di proprietà.

Nel 1870 il Ministro delle Finanze del Regno d’Italia Quintino Sella festeggia il primo governo dell’unità nazionale stappando non uno champagne, come ero d’uso, ma una bottiglia di Rosso Lessona delle sue tenute di famiglia. Nel 1671 Cosimo Sella acquisisce la prima vigna in alto Piemonte, a Lessona, e da 350 anni le generazioni della famiglia Sella curano le vigne delle tenute 

conservandole gelosamente, ben sapendo che esse fanno parte del patrimonio culturale dell’intera storia enologica italiana. 

Il Consorzio Cembrani DOC è un gruppo di aziende cembrane a conduzione famigliare, cinque cantine e due distillerie, in rete per uno sviluppo territoriale, culturale e commerciale della Valle di Cembra, porta delle Dolomiti e Paesaggio Rurale Storico d'Italia, con oltre settecento chilometri di muretti a secco a sostegno dei nostri terrazzamenti secolari.

Piccola realtà familiare altoatesina che produce vini artigianali dal profilo tipicamente territoriale. Si trova in una valle stretta. Incuneata tra le montagne; il clima è particolarmente fresco, sempre ventilato e caratterizzato da notevoli escursioni termiche tra notte e giorno. Le vigne sono piantate fino a 800-900 metri sul livello del mare, su pendii molto ripidi e terrazzati con muretti a secco. Condizioni in cui si ambientano bene i vitigni del Nord Europa tra cui il Kerner. Il marchio Villscheider è sinonimo di vini bianchi freschi e profumati. 

Le loro parole sono curiosità e creatività nel rispetto della tradizione e delle peculiarità del territorio trentino. Per tutelare la biodiversità viticola si impegnano a custodire e coltivare vitigni del passato valorizzandoli in chiave moderna. Aderiscono al Sistema di Qualità Nazionale Produzione Integrata: progressiva riduzione delle sostanze di sintesi nella difesa della vite, controllo dell’efficienza dei mezzi agricoli utilizzati e adozione di prassi volte a favorire la biodiversità nel vigneto. 

I proprietari la definiscono “azienda a tre tempi”: legata al passato, con la valorizzazione delle tradizioni e degli antichi vitigni internazionali utilizzando macchinari all’avanguardia e protesa verso il futuro con la ricerca e produzione di varietà resistenti PIWI ad impatto zero. La tecnologia enologica è ridotta al minimo: i chicci, pigiati, finiscono per caduta libera nei tini di fermentazione, poi nelle botti di affinamento e, infine, nei recipienti per l’imbottigliamento. 

L’azienda prende il nome da un antico soprannome di famiglia che significa faggi. Il Muller Turgau “Masiere” e il Rebo sono vini molto particolari in quanto il terreno ghiaioso e il clima particolare della Valsugana esaltano e fanno nascere vini con un bouquet delicato ma sorprendente che si preserva negli anni. 

Vengono da una lunga storia di viticoltura, già a fine ‘800 troviamo le loro bottiglie. Coltivano la terra senza diserbanti e quanto più possibile manuale, in cantina si rispettano le caratteristiche del vitigno autoctono trentino per eccellenza: il Teroldego Rotaliano.

Mille anni di storia fondata sulla centralità del vigneto in cui le operazioni principali vengono compiute a mano; rispetto della biodiversità; eliminazione dei fitofarmaci e prodotti di sintesi a favore di un uso ragionato di zolfo, rame e concimazioni con letame pellettato. Uno stile attento alla bevibilità e alla conservazione dei profili aromatici delle uve e dei territori da cui provengono. 

Brigaldara è stata una delle prime centine della Valpolicella ad impostare un doppio passaggio in legno dell’Amarone: dopo le vinificazioni separate per ogni vigneto, pongono i vini in barrique nella prima fase dell’affinamento, per poi completarla in botti grandi da 20-25 ettolitri. Ciò perché il legno piccolo favorisce l’ossigenazione e la fissazione del colore, mentre quello grande completa la maturazione del vino donandogli rotondità e struttura e contribuisce a sviluppare la naturale aromaticità dei vitigni di partenza. 

Nel 2014 Loretto Pali lancia un nuovo stile per i vini del Collio, consapevole che la tendenza internazionale punti sempre di più all’eleganza e alla freschezza. Nasce così la collaborazione con l’enologo Enrico Paternoster, proveniente dal Trentino Alto Adige, che unisce freschezza e raffinatezza a struttura e longevità. Il risultato: vini eleganti, minerali, persistenti, di notevole freschezza e grande bevibilità.

Dallo studio costante della storia e delle origini di un luogo e dei suoi vini, fino alla ricerca sugli autoctoni, la storia recente di Albino Armani è scritta sotto il segno del rispetto del territorio e delle persone che lo vivono. Nel 1996 inizia la sua avventura in Friuli Venezia Giulia. Salvaguardia dei vitigni autoctoni in via di estinzione e sviluppo di piani di miglioramento per la sostenibilità ambientale e sociale, ricerca in ambito viticolo ed enologico.

Dal 2016 è alla guida del Consorzio del Pinot Grigio DOC delle Venezie. 

Con passione e dedizione si sono dedicati in particolar modo ai vitigni autoctoni, coltivando viti anche di 50 anni, riuscendo vendemmia dopo vendemmia ad esprimere al meglio le peculiarità e varietà tipiche del territorio dei Colli Orientali del Friuli, tra cui la Ribolla Gialla. 

Azienda premiata più volte con il premio Eco-friendly: i vini vengono usate bottiglie leggere; uso di energia verde generata da impianti fotovoltaici; acqua piovana recuperata in una grossa vasca per uso agronomico o per la pulizia dei macchinari agricoli. I vigneti sono inerbiti, lavorati nel massimo rispetto dell’ambiente e del consumatore, senza uso di erbicidi. La maggior parte die lavori nei vigneti, come la vendemmia, i diradamenti o le selezioni dei chicchi, vengono fatti manualmente. Posizione dell’azienda esemplare dal punto di vista del microclima e delle caratteristiche del terreno che trasmettono ai vini le note di mineralità che li rendono unici al mondo. Contribuisce alla qualità anche la ventilazione e le escursioni termiche.

L’azienda pratica “agricoltura integrata” utilizzando esclusivamente concimi e disinfestanti di tipo organico per coltura biologica; l’impiego delle moderne attrezzature avviene assecondando al natura. Tutto viene fatto meticolosamente a mano: vendemmia, pulitura delle viti, potatura verde e selezione dei grappoli sempre nel rispetto dei tempi della natura. Non usano concimi chimici ma si affidano al sovescio, un sistema naturale d’interramento di colture selezionate per favorire la fertilità del terreno, individuando i bisogni di ogni parcella e scegliendo in modo mirato i semi di quelle piante che devono apportare le giuste sostanze nutritive.

Piccola realtà di quinta generazione che coltiva vigneti arrampicati fino a 660 metri slm, i più alti del Chianti. I vigneti sono terrazzati, mantenendo le terrazze originali con i tipici muri a secco. E su queste terrazze le viti vengono ancora fatte crescere ad “alberello” (simile ad un piccolo albero con tronco breve). Il Sangiovese è l’uva autoctono del Chianti, non sempre facile da vinificare per il gusto leggermente aspro che si ritrova nel bicchiere, ma è il “re” di questa cantina. Invecchiano il vino, come da tradizione, nelle grandi botti di legno: di castagno per il Chianti Classico e di rovere per il Chianti Classico Riserva.

Per dare origine a vini dal gusto non standardizzato, i vigneti sono coltivati da sempre in modo biologico, usando mezzi e tecniche nel rispetto dei tempi propri dell’agricoltura. La filosofia dell’azienda quindi è rivolta all’estrema cura dei vigneti per ottenere uve di qualità e per garantire il massimo del prodotto in bottiglia.

La coltivazione avviene con metodi biologici nella convinzione che la qualità di un vino sia 

strettamente legata anche al rispetto del territorio che lo produce. Le severe selezioni in vigna ed in cantina permettono di vinificare solo uve perfettamente sane e di ottenere un vino di qualità con il minimo utilizzo di conservanti, in linea con l’etica del biologico e della qualità.

Metodo rigorosamente biologico in azienda e in cantina: selezione maniacale delle uve che si sceglie di raccogliere, sane e di ottima qualità, con una cernita manuale grappolo per grappolo. In cantina adotta processi di lavorazione tradizionali, non invasivi, facendo attenzione alle temperature dei mosti e utilizzando botti per affinare il vino senza interferire con il frutto per dare un sapore che rispetti la personalità del vitigno d’origine. 

Azienda che lavora nel settore del vino da tre generazioni focalizzandosi sulle varietà di vini locali tra cui Primitivo di Manduria e Negroamaro. Varvaglione 1921 è oggi presente in oltre 36 nazioni del mondo.

Micro-azienda in continua evoluzione. Nata come cantina didattica, vuole essere un intreccio di vite, esperienze e culture, così come il luogo in cui nasce, simbolo della biodiversità sarda. Valorizzano l’uso di strumenti artigianali, ereditati dai nonni. Orriu in sardo significa intreccio, trama, infatti il progetto Orriu ha l’ambizione di recuperare la tradizione vinicola della Sardegna intrecciandola al presente.

Fondata nel 1860 è situata sulle pendici orientali dell’Etna, in un panorama enologico unico. Nei loro vini c’è costante ricerca di personalità, legame con il territorio e delle caratteristiche delle uve impiegate. Uno degli obiettivi è la sostenibilità ambientale. Le forti escursioni termiche, dovute all’altitudine del vulcano, ritardano la maturazione del prodotto, dando ai vini freschezza e fragranza. Il terreno vulcanico dona inoltre alle vigne una forte mineralità; ne nascono vini eleganti, complessi, sapidi e dotati di un’identità che si distingue nel panorama enologico italiano e internazionale. 

Da oltre 40 anni coltiva vigneti in suggestivi terrazzamenti sul mare. Si parla di “viticoltura eroica”: vigneto terrazzato con i tipici muretti a secco su terreni scosesi di origine vulcanica quindi le operazioni sono condotte esclusivamente a mano. Vinificazione delle uve appassite o sulla pianta, o dopo la raccolta, si procede ad un appassimento delle uve per 10/15 giorni su listarelle di canne al sole o in locali idonei. Le uve, poi, sono pigiate in maniera soffice e macerate con le bucce; il mosto è sottoposto a parziale fermentazione alcolica, che si arresta naturalmente quando si arriva ad un’alta gradazione alcolica. Infine viene stabilizzato ed imbottigliato. Affinamento di almeno 6 mesi in bottiglia. Vincitore di premi Oro al WineHunter Award 2022 e Corona tra I migliori 100 vini e vignaioli d’Italia 2023 della guida Vinibuoni d’Italia 

L’azienda è un antico feudo siciliano dove si produce vino e olio con metodo biologico e biodinamico. Tutto in azienda è orientato alla salvaguardia della natura e al rispetto dell’ambiente naturale: i suini neri siciliani sono allo stato brado e vengono usati cavalli per la lavorazione nelle vigne. La notevole escursione termica tra il giorno e la notte risulta essere un vantaggio in termini di freschezza e finezza. 

Oggi è l'ottava generazione a gestire la tradizionale azienda di famiglia, fondata nel 1735. Incarna tradizione, regionalità e uno stile di vita semplice. La produzione di vini di alta qualità è una priorità assoluta. L'attenzione è rivolta ai vini Riesling pregiati e moderni, ognuno unico a modo suo e di qualità speciale.